Il nostro ultimo blog Archives - Imavian https://www.animavi.org/category/il-nostro-ultimo-blog/ Un blog sui migliori film Tue, 30 Jan 2024 15:35:01 +0000 en-US hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.1.1 https://www.animavi.org/wp-content/uploads/2022/12/cropped-popcorn-g6f67a045e_640-32x32.png Il nostro ultimo blog Archives - Imavian https://www.animavi.org/category/il-nostro-ultimo-blog/ 32 32 Il Potere della Risata: Come i Film Comici Influenzano la Nostra Vita e la Società https://www.animavi.org/il-potere-della-risata-come-i-film-comici-influenzano-la-nostra-vita-e-la-societa/ Tue, 30 Jan 2024 15:34:59 +0000 https://www.animavi.org/?p=204 I film comici hanno da tempo un posto speciale nei nostri cuori e nel panorama culturale. Con la loro capacità …

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I film comici hanno da tempo un posto speciale nei nostri cuori e nel panorama culturale. Con la loro capacità di farci ridere incontrollabilmente, offrono più che semplice intrattenimento. In effetti, l’influenza dei film comici si estende ben oltre lo schermo, modellando la nostra vita e la società in modi significativi. Approfondiamo il potere della risata e come i film comici influenzano il nostro mondo.

La Risata come Lingua Universale

La risata è una lingua universale che supera barriere culturali, linguistiche e sociali. I film comici sfruttano la capacità innata dell’essere umano di ridere, fornendo un terreno comune per persone di diverse origini per connettersi e condividere un momento di gioia. Che tu sia in una sala cinematografica affollata o stia guardando a casa, la risata collettiva in risposta a una battuta ben calibrata favorisce un senso di unità tra il pubblico.

Benefici per il Rilievo dello Stress e la Salute Mentale

Uno degli effetti più immediati e tangibili dei film comici è il rilievo dello stress. La risata scatena il rilascio di endorfine, le sostanze chimiche naturali del corpo che fanno sentire bene, riducendo lo stress e migliorando l’umore generale. Guardare una commedia esilarante dopo una giornata lunga e faticosa può essere un’esperienza terapeutica, aiutando le persone a rilassarsi e distendersi.

Inoltre, i film comici possono avere un impatto profondo sulla salute mentale. Forniscono una via di fuga dalle pressioni della vita quotidiana e offrono un temporaneo sollievo dalle preoccupazioni e dall’ansia. In un mondo pieno di fattori stressanti, la risata indotta dai film comici può fungere da cruciale meccanismo di coping.

Riflessione e Commento Culturale

I film comici agiscono spesso come specchi, riflettendo e commentando le norme culturali, i valori e le problematiche prevalenti del loro tempo. Attraverso l’umorismo e la satira, questi film possono affrontare problemi sociali, sfidare gli stereotipi e provocare riflessioni. Ad esempio, classici come “Il Dottor Stranamore” usavano la satira per criticare l’era della Guerra Fredda, mentre “Get Out” utilizzava la dark comedy per esplorare il razzismo e il commento sociale.

Sfida dei Tabù e Superamento dei Limiti

I film comici hanno una capacità unica di spingere i limiti di ciò che è considerato accettabile o tabù nella società. Spesso affrontano argomenti delicati con umorismo, il che può servire da punto di partenza per discussioni e cambiamenti. Film come “Borat” e “South Park: Il Film – Più Grande, Piu’ Lungo & Non Censurato” sono noti per il loro umorismo audace che sfida le norme sociali e provoca dibattiti.

Promozione della Creatività e dell’Innovazione

I film comici richiedono un elevato grado di creatività e innovazione. Comici, sceneggiatori e registi si sforzano costantemente di creare battute fresche, spiritose e inaspettate. Questa ricerca dell’umorismo alimenta la creatività nell’industria dell’intrattenimento, influenzando altri aspetti della produzione cinematografica, come la narrazione e lo sviluppo dei personaggi. Il desiderio di far ridere il pubblico spinge i cineasti a pensare in modo innovativo e a correre rischi.

Influenza sulla Lingua e Frasi Celebri

I film comici spesso introducono nuove frasi celebri ed espressioni idiomatiche nel nostro lessico. Frasi iconiche come “Non puoi gestire la verità!” da “A Few Good Men” o “Torno subito” da “The Terminator” sono diventate parte della cultura popolare. Queste frasi non plasmano solo la nostra lingua, ma fungono anche da punto di riferimento culturale condiviso, rafforzando l’impatto dei film comici sulla società.

Miglioramento del Legame Sociale

Guardare un film comico con amici o familiari può migliorare il legame sociale. La risata condivisa crea un senso di unità e rafforza le relazioni. Questi momenti diventano ricordi preziosi, e le battute del film possono diventare battute interne tra amici o membri della famiglia, consolidando ulteriormente il legame.

Ispirazione per la Terapia della Risata

I film comici hanno ispirato una forma unica di terapia nota come terapia della risata o yoga della risata. Queste pratiche coinvolgono la risata intenzionale, spesso iniziata osservando o imitando situazioni comiche. I benefici terapeutici della terapia della risata includono il ridotto stress, il miglioramento dell’umore e il benessere fisico migliorato.

Promozione della Diversità e dell’Inclusività

Il mondo dei film comici ha compiuto progressi positivi nella promozione della diversità e dell’inclusività negli ultimi anni. I cineasti abbracciano sempre più una gamma più ampia di prospettive e background, riflettendo la diversità del mondo reale. Questa inclusività non solo arricchisce la narrazione, ma promuove anche una società più inclusiva.

Un Genere in Evoluzione

I film comici continuano ad evolversi con il tempo. Come cambia la società, cambia anche il nostro senso dell’umorismo e i temi che risuonano con il pubblico. I film comici moderni affrontano spesso questioni contemporanee, dalla giustizia sociale alla tecnologia, rendendoli uno specchio del nostro mondo in continua evoluzione.

In conclusione, i film comici non sono semplicemente una fonte di intrattenimento; hanno il potere di plasmare le nostre vite e la società in modi profondi. Dal favorire l’unità e il rilievo dello stress all’affrontare tabù e promuovere l’inclusività, il loro impatto è molto ampio. Quindi, la prossima volta che ti troverai a ridere a crepapelle guardando una commedia, ricorda che non stai solo godendo di un film: stai vivendo il potere trasformativo della risata in azione.

In un mondo che spesso sembra diviso e pieno di sfide, i film comici servono come un ricordo della gioia universale che la risata porta, e del suo potenziale nel rendere il nostro mondo un luogo più luminoso e connesso.

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“Il terrore lo fa impazzire”: il significato del film Shining https://www.animavi.org/il-terrore-lo-fa-impazzire/ Thu, 20 Jan 2022 14:36:00 +0000 https://www.animavi.org/?p=80 Jack Torrance è uno scrittore il cui lavoro non ha successo. Ha lavorato come insegnante di scuola fino a quando è stato licenziato per aggressione da ubriaco.

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Jack Torrance è uno scrittore il cui lavoro non ha successo. Ha lavorato come insegnante di scuola fino a quando è stato licenziato per aggressione da ubriaco. Anche per la famiglia di Jack le cose non vanno bene. La moglie non vede l’utilità di vivere con l’alcolizzato che ha rotto il braccio al figlio. Jack vuole iniziare una nuova vita e smette di bere. Incontra Stuart Ullman, il proprietario dell’Overlook Mountain Hotel, e chiede di essere assunto come custode.

Jack Nicholson nel ruolo di Jack Torrence, uno scrittore. Fotogramma del film.
Jack si reca all’Overlook con la moglie Wendy e il figlio Danny. Il padrone di casa gli dice che il custode del passato è impazzito e ha ucciso la sua famiglia, ma Jack non prende sul serio la descrizione della tragedia. All’hotel, i Torrance incontrano lo chef Dick Halloran, che si interessa a Danny. Halloran pensa che il ragazzo abbia un “bagliore”: la capacità di vedere nell’aldilà e di prevedere il futuro. Danny ha avuto strane visioni in passato, ma i suoi genitori pensavano che fossero una malattia.

Prima di andarsene, Halloran consiglia al bambino di non entrare nella stanza 237 e promette di venire ad aiutarlo se ne avrà bisogno. Jack sta per terminare la sua opera teatrale ed è convinto che l’hotel vuoto sia il luogo perfetto per creare.

Passa un mese. Iniziano le nevicate frequenti e prolungate. La strada per l’Overlook è innevata. I Torrance non possono più recarsi in città, ormai isolati nell’albergo.

Jack ha una crisi creativa, per la quale incolpa la sua famiglia. Trova l’Overlook troppo angusto per loro e la moglie e il figlio fanno continuamente rumore, impedendogli di lavorare. Jack fa un sogno in cui li uccide con un’ascia. Il sogno è alimentato da Wendy, che sospetta che il marito abbia nuovamente alzato la mano contro il figlio. Jack si reca alla Gold Room, pensando di vendere l’anima per un drink. Vede il barman dietro il bancone, e dietro di lui c’è un’intera collezione di liquori. Torrance si ubriaca.

Danny entra nella stanza 237, dove vede una donna brutta nel bagno. Ne parla a sua madre. Corre dal marito al bar, che è di nuovo vuoto, e gli racconta l’accaduto. Jack si reca nella stanza e vede la ragazza attraente. Lui la bacia, ma lo specchio riflette una vecchia in decadenza. Un Torrance spaventato scappa dalla stanza.

Dopo un po’ Jack torna nella Sala d’Oro, dove è in corso una festa rumorosa. Il barman gli dice che Wendy e Danny si stanno comportando male e che dovrebbero essere puniti. Torrance vede il fantasma di un ex custode che gli consiglia di occuparsi della famiglia. Jack mette fuori uso la motoslitta e inizia a inseguire la moglie e il figlio.

Wendy e Danny cercano di nascondersi da Jack, sconvolto, in un hotel. Danny contatta telepaticamente Halloran e gli chiede aiuto. Arriva all’hotel, ma il capofamiglia, sconvolto, lo uccide. Danny si nasconde dal padre in un giardino labirintico. Torrance Senior insegue il figlio con un’ascia, ma perde l’orientamento. Il ragazzo viene trovato dalla madre e condotto fuori dal labirinto. Partono con la motoslitta di Halloran.

Jack muore congelato nel labirinto. L’albergo schiavizza la sua anima. Il finale mostra Torrance in una delle fotografie collettive, scattata nel 1921.

Spiegazione del finale
Il significato del finale di Shining non è così immediato come potrebbe sembrare. A prima vista, è chiaro: il tiranno è morto, la sua famiglia è salva. Ma allora come ha fatto Torrance ad arrivare alla vecchia foto? C’è un significato nascosto dietro?

Come spiega Stanley Kubrick, in un’incarnazione passata Jack Torrance lavorava per l’Overlook. All’epoca vendette la sua anima ai demoni e già in questa vita Overlook lo ha evocato di nuovo. Esiste un’altra versione: l’anima di Jack è diventata proprietà dell’hotel e le immagini rappresentano una gabbia mistica in cui i prigionieri dell’Overlook sono imprigionati per sempre.

Il finale del film è diverso da quello del libro. Nel romanzo di Stephen King, Jack è controllato da un essere ultraterreno che ha reso schiava la sua anima. Per questa entità è importante mantenere l’hotel intatto, ma Jack dimentica di depressurizzare la caldaia del riscaldamento, che ora rischia di esplodere.

Halloran arriva all’hotel e vede Jack che cerca di uccidere la sua famiglia. Si precipita in soccorso e Torrence lo stordisce con una mazza da croquet. Più tardi scende nel seminterrato e gira la valvola, ma troppo tardi. La caldaia esplode e fa saltare in aria l’Overlook. Wendy, Danny e Halloran fuggono in motoslitta.

Nel 1997, il regista Mick Garris ha diretto la miniserie Shining, la cui trama riproduce esattamente (con alcune digressioni) il contenuto del romanzo. Stanley Kubrick ha mostrato più immaginazione, mentre Garris ha cercato di attenersi al materiale di partenza.

La spiegazione del finale è diversa nei due progetti: nel film di Stanley Kubrick l’anima di Jack rimane nell’hotel, mentre nella serie di Mick Harris viene liberata e va in paradiso con gli altri prigionieri dell’Overlook. Il finale del film del 1980 è cupo e lascia intendere un sequel. Gli episodi finali della miniserie riassumono e concludono la storia.

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“Salvate il soldato Ryan” di Steven Spielberg https://www.animavi.org/salvate-il-soldato-ryan/ Fri, 19 Nov 2021 13:19:00 +0000 https://www.animavi.org/?p=33 Salvate il soldato Ryan è un film epico di guerra del 1998 diretto da Steven Spielberg da una sceneggiatura di Robert Rodat.

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Salvate il soldato Ryan è un film epico di guerra del 1998 diretto da Steven Spielberg da una sceneggiatura di Robert Rodat. Ambientato durante l’invasione della Normandia nella Seconda Guerra Mondiale, il film è noto per la sua rappresentazione grafica della guerra e per l’intensità della seconda scena, della durata di 23 minuti, che rappresenta l’assalto alla spiaggia di Omaha durante lo sbarco in Normandia. Il film racconta la storia del capitano dei Ranger dell’esercito americano John H. Miller (Tom Hanks) e la sua squadra (Tom Sizemore, Edward Burns, Barry Pepper, Giovanni Ribisi, Vin Diesel, Adam Goldberg e Jeremy Davies) cercano il soldato semplice James Francis Ryan (Matt Damon), l’ultimo fratello sopravvissuto di quattro, mentre gli altri tre fratelli sono stati uccisi in azione. Il film è stato prodotto congiuntamente da DreamWorks Pictures, Paramount Pictures, Amblin Entertainment e Mutual Film Company; la DreamWorks ha distribuito il film in Nord America, mentre la Paramount ha distribuito il film a livello internazionale.

Nel 1996, il produttore Mark Gordon presentò alla Paramount l’idea di Rodat, ispirata ai fratelli Niland, che alla fine portò all’inizio del progetto dell’anno. Spielberg, che all’epoca stava formando la DreamWorks, prese in mano il progetto e Hanks si unì al cast. Dopo che gli attori sono stati addestrati dal veterano di Marin Dale Dye, le riprese di base sono iniziate nel giugno 1997 e sono durate due mesi. Le scene del film D-Day sono state girate a Ballinecker Beach, Curraclo Strand, Ballinecker, a est di Carraclo, nella contea di Wexford, in Irlanda, e utilizzate dai membri dell’esercito irlandese come parte di una squadra di sbarco della fanteria.

Uscito il 24 luglio 1998, Salvate il soldato Ryan ha ricevuto il plauso della critica e del pubblico per le sue interpretazioni (in particolare quella di Hanks), il realismo, la fotografia, la musica, la sceneggiatura e la regia di Spielberg, ed è stato elogiato da molti critici cinematografici. ‘elenco delle top ten del 1998. È stato anche un successo al botteghino, diventando il film di maggior incasso del 1998 negli Stati Uniti con 216,8 milioni di dollari a livello nazionale e il secondo film di maggior incasso del 1998 a livello mondiale con 481,8 milioni di dollari. Nel maggio 1999 ha incassato anche 44 milioni di dollari grazie all’uscita in home video. Il film ha vinto numerosi premi, tra cui quello per il miglior film e per la regia ai Golden Globe, ai Producers Guild of America, ai Directors Guild of America e ai Critics’ Choice Awards. Il film è stato candidato a undici premi Oscar alla 71ª edizione degli Academy Awards, dove ne ha vinti cinque, tra cui la seconda vittoria di Spielberg nelle categorie miglior regista e miglior film. Montaggio, Miglior fotografia, Miglior sonoro e Miglior montaggio degli effetti sonori, anche se ha perso l’Oscar per il Miglior film per Shakespeare in love a causa di uno scandaloso turbamento degli Oscar.

Sin dalla sua uscita, Salvate il soldato Ryan è stato considerato uno dei più grandi film mai realizzati ed è stato acclamato come un’influenza sul genere dei film di guerra. È stato accreditato per aver riacceso l’interesse nei confronti dei media della Seconda Guerra Mondiale. Nel 2007 l’American Film Institute ha votato Salvate il soldato Ryan come il 71° miglior film americano degli ultimi 100 anni… 100 film (10th Anniversary Edition), e nel 2014 il film è stato selezionato per essere conservato nel National Film Registry dalla Biblioteca del Congresso in quanto “culturalmente, storicamente o esteticamente significativo”.

Trama
Nel presente, un uomo anziano visita il cimitero di Normandia con la sua famiglia. Alla lapide cade in ginocchio per il dolore.

La mattina del 6 giugno 1944, i soldati americani sbarcano a Omaha Beach nell’ambito dell’invasione della Normandia. Subiscono pesanti perdite mentre attaccano le posizioni difensive tedesche fortificate. Il capitano Miller del 2° Battaglione Ranger guida una fuga dalla spiaggia. Altrove, sulla spiaggia, un soldato morto giace a faccia in giù nel mare insanguinato; sul suo zaino c’è scritto Ryan, S.

A Washington, presso il Dipartimento della Guerra, il generale George C. Marshall comunica che tre dei quattro figli della famiglia Ryan sono stati uccisi in azione con breve preavviso: Daniel Ryan in Nuova Guinea poco prima del D-Day, Sean Ryan a Omaha Beach e Peter Ryan a Utah Beach; il quarto figlio, James Francis Ryan, è nella 101ª Divisione aviotrasportata da qualche parte in Normandia. Dopo aver letto ad alta voce la lettera di Bixby ad Abraham Lincoln, Marshall ordina a Ryan di trovarla e portarla a casa.

Tre giorni dopo il D-Day Miller riceve l’ordine di trovare Ryan e riportarlo indietro. Sceglie sette uomini della sua compagnia: il sergente Horvathia, i soldati di prima classe Reiben e Caparzo, i soldati semplici Mellish e Jackson, il medico T/4 Wade e il T/5 Upham, un interprete della 29ª Divisione di Fanteria. Si spostano a Neville, dove incontrano un distaccamento del 101° Reggimento che combatte il nemico. Caparzo viene ucciso da un cecchino tedesco, che viene ucciso da Jackson. Trovano il soldato James Ryan solo per scoprire che si tratta di James Frederick Ryan. Miller apprende dai soldati di passaggio che Ryan sta proteggendo un ponte importante a Ramelle.

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Ricorda tutto https://www.animavi.org/ricorda-tutto/ Sun, 14 Nov 2021 14:13:00 +0000 https://www.animavi.org/?p=64 Dopo una guerra chimica all'inizio del XXI secolo, i sopravvissuti dell'umanità sono raggruppati in due stati.

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Dopo una guerra chimica all’inizio del XXI secolo, i sopravvissuti dell’umanità sono raggruppati in due stati. D’ora in poi, la scintillante cromatura high-tech della federazione britannica è la Colonia, che riunisce asiatici, terzomondisti e il resto dei poveri e degli impotenti. Doug Quaid, il meccanico “colonizzatore”, è disturbato da sogni in cui lavora come super-spia dietro le linee del capo della Federazione Kohaygen. Per sfuggire a questi sogni invadenti, si rivolge a una società chiamata Total Recall, dove scopre, attraverso l’impianto di falsi ricordi, che a volte i sogni non sono solo sogni.

Durante la pre-produzione e le riprese stesse, i realizzatori del film non hanno smesso di oscurare. Hanno detto che il film sarà un remake del classico di Verhoeven, ma che sarà vicino alla storia originale di Phillip K. Dick. Dick; hanno promesso di evitare Marte e di sostituirlo con “il lato oscuro della Terra”. In realtà, il “lato oscuro” si è rivelato essere la Colonia, un ghetto per umani di seconda categoria, che era esattamente ciò che serviva Marte nell’originale.

Per quanto riguarda l’effettiva realizzazione del “remake-non remake”, il regista Len Wiseman e lo sceneggiatore Kurt Wimmer sono confusi sulla propria trama. Il film inizia, come il film di Verhoeven (e come la storia di Dick), con il sogno di Quaid. C’è la prostituta con tre seni e la zia grassa all’aeroporto. Ci sono alcuni riferimenti e ammiccamenti meno evidenti, dopo i quali non è più possibile prendere ciò che sta accadendo come una fiction seria. Tutto ciò che rimane è un cimitero al neon di opportunità mancate.

La sceneggiatura prevedeva un ruolo per Ethan Hawke, il cui monologo del personaggio occupava cinque pagine di testo dattiloscritto. Tuttavia, l’attore non è apparso nel film in uscita.

Per scrivere la sceneggiatura del primo “Per ricordare tutto” ci sono voluti 10 anni. Uno dei principali contendenti per la sedia da regista era David Cronenberg, che ha scritto 12 opzioni di sceneggiatura che sono state costantemente rifiutate.

Diciamo che proprio questa Colonia è la cosa migliore del film. È in parte tratto dalla metropoli di Radleyscott di Blade Runner, ma con un amore e un’immaginazione tali che le accuse di plagio farebbero gola a chiunque abbia occhi e cuore. I primi inseguimenti tra i tetti e i livelli della città ricordano a loro volta la visionarietà sfacciata di Paul W.S. Anderson, che nelle ultime puntate di Resident Evil ha sputato sulla drammaturgia e si è abbandonato a una rielaborazione della folle estetica del videogioco in linguaggio cinematografico.

Alla fine, Farrell e Beckinsale sono attori bravi almeno quanto Schwarzenegger e Sharon Stone. Il loro duetto intriso di chimica potrebbe benissimo costituire un film a sé stante sull’eterno rapporto di amore-odio tra un uomo forte e una donna… Qualcosa del genere inizia a verificarsi anche verso la metà. Gli attori interpretano brillantemente il continuo cambio di sentimenti e ruoli, ma questo intrigo non è destinato a risolversi per volontà dell’arbitrarietà della sceneggiatura, che trasforma il terzo finale in un continuo e poco fantasioso tritacarne. E in tali circostanze, porsi domande come “chi sono?” e “cosa è reale?” è solo più sciocco. Che differenza fa se ci sono tonnellate di computer grafica che si sbriciolano in giro?

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Il Padrino di Francis Ford Coppola https://www.animavi.org/il-padrino-di-francis/ Wed, 20 Oct 2021 13:05:00 +0000 https://www.animavi.org/?p=29 Ah, quella cinematografia "classica" che si guarda decenni dopo, come ogni persona pigra l'ha guardata. Il Padrino, tuttavia, è ben lontano dall'essere un film classico.

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Ah, quella cinematografia “classica” che si guarda decenni dopo, come ogni persona pigra l’ha guardata. Il Padrino, tuttavia, è ben lontano dall’essere un film classico.

Piuttosto, abbiamo davanti a noi uno dei film proto-mainstream di Entranced che ha definito il tono e lo stile narrativo del cinema “gangster”. Una vicenda prolungata e “torbida”, che può essere generalmente caratterizzata come un’osservazione di gruppi di teppisti in giacca e cravatta.

Tuttavia, non è tutto così univoco: Brando, pur essendo un fannullone, ha realizzato l’immagine di Bigg Boss in modo incredibilmente pittoresco, pomposo e di buon gusto. Insieme al lavoro di ripresa e alla colonna sonora, il film si presenta bene.

Ma questa è la superficie e l’involucro. Cosa c’è dentro?

All’interno, ci viene offerto un esempio esemplare di come non vivere e di cosa non essere. Ma, come nel caso della dilogia del monello domestico, l’idea passò inosservata all’uomo medio che cadde nell’imitazione, ignorando i fatti e la logica di ciò che stava accadendo.

In realtà, assistiamo al dramma di un uomo che è impantanato nel suo passato nel bel mezzo di un futuro non proprio felice. La bellezza del film è che dietro tutto lo stile del Sogno Americano si nasconde solo una falsa macchina senz’anima che mette le persone l’una contro l’altra.

I valori familiari tanto cari a Vito hanno chiaramente eluso i suoi discendenti. E non c’è da stupirsi: il padre era impegnato a organizzare le incredibili avventure degli italiani in America, dimenticando che i figli avrebbero tratto da lui ciò che osservano, non ciò che lui racconta loro giorno dopo giorno.

Cercando di ottenere un’indulgenza per le modalità delle sue “attività”, Vito assiste impotente a ciò che lascia dietro di sé: la discordia familiare regna, gli “affari” non rendono esattamente felici coloro che hanno vissuto grazie a lui, e i suoi discendenti chiaramente non comprendono il percorso innaturale intrapreso dal loro antenato.

E non c’è da stupirsi: non sono fuggiti dalle rappresaglie alla luce di un falso sogno, non sono morti di fame guardando i compatrioti uccidersi a vicenda, non hanno bollito nel calderone sociale del Nuovo Mondo, intessuto di schiavitù e disprezzo. Per loro, la visione di Vito Corleone è estranea. E ognuno di loro è solo un frammento di identità. Come si è visto, insostenibile.

Alla fine, la tragedia fa il giro e tutto torna al punto di partenza: Junior, che all’apparenza sembra avere buone intenzioni, si rivela solo una copia e una somiglianza di Vito, organizzando una sorta di piccolo olocausto per i corvi d’affari locali.

Il motivo per cui ciò accade e come essi, con la loro organizzazione, siano sopravvissuti fino alla loro età è un mistero. Tuttavia, non rovina il dramma, e questo è un problema.

È una buona immagine? È più probabile che sia sì che no.

Vale la pena di guardarlo per tutti? È più probabile che sia no che sì.

Il Padrino originale è un’idea fondamentale e ben realizzata. L’idea che il film ha dello Scumbag e di come le tue aspirazioni non sempre corrispondano alla realtà è piuttosto confusa per essere compresa dai più.

Il film è molto adulto, ma… per un adulto non dice nulla di nuovo, e Michael Corleone non può essere l’innovatore della malavita. E per una persona immatura il film non sarà in grado di mostrare nulla di valido, proprio come Vito non è riuscito a mostrare ai suoi numerosi figli.

L’immagine è buona, a tratti fenomenale. Ma ahimè, non è “classico” e senza tempo.

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Addio al celibato a Las Vegas https://www.animavi.org/addio-al-celibato-a-las-vegas/ Fri, 16 Jul 2021 14:05:00 +0000 https://www.animavi.org/?p=55 "Tutto ciò che accade a Las Vegas rimane a Las Vegas. Tranne che per l'herpes. Portala con te da lì", dice al protagonista il futuro suocero prima di andare all'addio al celibato.

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“Tutto ciò che accade a Las Vegas rimane a Las Vegas. Tranne che per l’herpes. Portala con te da lì”, dice al protagonista il futuro suocero prima di andare all’addio al celibato. Quattro giovani molto simpatici sulla trentina vanno a Las Vegas. Uno di loro si sta per sposare, due sono vecchi amici, il terzo è il fratello della sposa, un uomo in pantaloncini vistosi, con la pancia, la barba e il divieto di apparire nel raggio di cento metri dalla scuola. A Las Vegas, i ragazzi affittano una stanza per quattromila sterline e bevono uno shot di Jägermeister. La mattina dopo si svegliano tra le rovine fumanti del loro megaluxury, il figlio di qualcuno urla in un angolo, al dentista manca un dente, c’è una tigre nel bagno (presto Mike Tyson verrà a prenderlo) e la cosa più importante è che non c’è lo sposo! E nessuno ricorda nulla di ciò che è accaduto durante la notte. Poi inizia la ricerca. Per esempio: uscite dall’hotel e vedete che qualcuno si stacca da una delle sporgenze del materasso del vostro letto. Oppure: aprite il bagagliaio della vostra auto, trovata in un deposito della polizia, e da lì salta fuori un piccolo cinese nudo che inizia a soffocarvi con i piedi e a colpirvi in testa con un piede di porco.

Il film è quasi riuscito a raggiungere Up (2009) della Pixar nel suo primo weekend al botteghino, incassando quaranta milioni di dollari, ha un punteggio IMDB di 8,5 (tipico piuttosto per un classico indiscusso del cinema) e Roger Ebert, il Chuck Norris della critica cinematografica, sta piangendo di gioia dopo aver visto questo film. Diretto da Todd Phillips (“Starsky & Hutch” (2004)), gli attori sono semisconosciuti, da commedie adolescenziali e serie televisive, è stato realizzato con 35 milioni (per cosa li hanno spesi? Per una tigre?) e, beh, complimenti a tutte queste persone, ben fatto.

Dopo tutto, ogni spettatore di film, almeno una volta, si è ubriacato di brutto, ha avuto una piccola sbronza, si è svegliato nel bel mezzo del nulla senza soldi e documenti, ha fatto qualcosa di incredibilmente vergognoso e meschino, e sogna qualcosa di più grande. Eccolo, più grande: gangster cinesi, una chiesa di glamour rosa, una prostituta, un bambino, un’auto della polizia, una tigre e un Mike Tyson in carne e ossa. A ogni nuovo episodio le dita si contorcono con un misto di orrore, ammirazione, invidia e vergogna. Sì, abbiamo già visto qualcosa di simile in Dov’è la mia macchina, Uomo e Harold & Kumar vanno al castello bianco (2004) e in una dozzina di altri film idioti, ma ci sono delle sfumature. Si tratta di adulti che si sposano a 35 anni – dentisti, insegnanti, pedofili… E in nessun’altra commedia idiota il senso di vergogna e di ammirazione è stato così straziantemente acuto.

D’altra parte, l’addio al celibato è una situazione archetipica, che ha a che fare con una tradizione millenaria di rituale nuziale. A cosa serve? Per dire addio alla giovinezza e al talento giovanile, naturalmente. E anche per schiacciare completamente la volontà dello sposo al matrimonio, in modo che abbia un tale mal di testa che non gli venga in mente di fare qualsiasi sciocchezza.

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Carte, denaro, due barili https://www.animavi.org/carte-denaro-due-barili/ Sat, 26 Jun 2021 13:55:00 +0000 https://www.animavi.org/?p=48 Il film "Pergamena, soldi e due pistole" è uscito nel 1998. Forse questo film vi interesserà. Leggete una breve descrizione della trama

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Il film “Pergamena, soldi e due pistole” è uscito nel 1998. Forse questo film vi interesserà. Leggete una breve descrizione della trama:

Quattro amici londinesi – Tom, Eddie, Soap e Bacon – stanno per strappare un grosso punteggio in una partita a carte, avendo un forte giocatore, Eddie. Tutti investono i loro ultimi risparmi di 25.000 sterline. Il loro rivale Harry l’Ascia gioca sporco, così alla fine della partita i compagni si ritrovano a dovergli mezzo milione, le loro dita o il bar del padre di Eddie. La scelta non piace ai ragazzi, ma devono capire dove trovare i soldi in una settimana.

Harry, essendo un dilettante versatile, ordina il furto di due fucili antichi, e due scassinatori inesperti vengono inviati sul posto. Questi, non conoscendo il valore delle armi, le rivendono a un ricettatore. Allo stesso tempo, un’altra banda progetta di rapinare i venditori di marijuana, sfruttando la loro apparente indifendibilità. I nostri eroi vengono a conoscenza del piano attraverso una sottile parete tra le stanze della casa e decidono di rapinare i ladri. Si mettono in contatto con lo stesso ricettatore e concordano che sarà lui a prendere la droga da loro, e allo stesso tempo comprano due pistole per la solidità dell’operazione.

Ne segue una storia terribilmente contorta, in cui gli eroi cercano di consegnare la droga al loro proprietario, e inizia una caccia all’uomo per i ragazzi. Come se non bastasse, sono incazzati con altri potenti gangster che hanno visto saltare i loro furti. Di conseguenza, quasi tutti i “gangster” vengono uccisi nella sparatoria, compreso Harry l’Ascia. I ragazzi devono solo sbarazzarsi delle armi, ma all’ultimo momento, prima di annegarle nel Tamigi, scoprono che valgono 600.000 dollari l’una…

“Il film è il primo lungometraggio diretto da Guy Ritchie, che in precedenza aveva realizzato solo video musicali. Il film ha incassato 25 milioni di dollari in tutto il mondo. Il film ha vinto 12 importanti premi internazionali e nazionali.

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Terminator https://www.animavi.org/terminator/ Sat, 12 Jun 2021 14:29:00 +0000 https://www.animavi.org/?p=73 "Terminator è forse l'esempio più chiaro di un franchise allungato e allungato artificialmente. James Cameron aveva creato una dilogia coerente e compiuta

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“Terminator è forse l’esempio più chiaro di un franchise allungato e allungato artificialmente. James Cameron aveva creato una dilogia coerente e compiuta che non aveva bisogno di sequel, prequel o spin-off. Purtroppo, dopo il fallimento della Carolco Pictures Studios, il marchio è fallito e ogni nuovo proprietario ha cercato di trovare un uso per il marchio. Ma a giudicare dalle stime e dagli incassi, nessuno di questi tentativi ha incontrato il favore del pubblico.

Il terzo film copiava troppo doverosamente Il giorno del giudizio, il quarto, invece, si allontanava troppo dalla solita formula di “Terminator”. Tuttavia, nessuno dei due ha preso in giro la sensibilità dei fan in modo così brutale e cinico come ha fatto “Genesis”. Il film di Alan Taylor non è stato solo un altro inutile sequel, ma un vero e proprio atto di necrofilia cinematografica. Gli eventi delle prime due parti, fino ad allora intoccabili, sono stati cancellati, riscritti, stravolti e trasformati in un circo poco divertente, costellato di citazioni a vuoto. Questo è stato senza dubbio il punto più basso nella storia del robot assassino. Ma, a quanto pare, non quello definitivo.
I diritti della serie sono tornati a James Cameron, che a sua volta ha coinvolto il regista di Deadpool Tim Miller per rimettere in piedi la serie. E ci è anche quasi riuscito.

Dani Ramos è una semplice ragazza messicana, giovane ma tutt’altro che sprovveduta. Ha l’onere di prendersi cura del fratello minore e del padre anziano, e la norma della fabbrica non le fa certo onore. Tutto nella sua vita era semplice e comprensibile, finché dal nulla non è apparso un qualcosa di inquietante: un mostro-mutaforma metallico che per qualche motivo vuole la morte dell’eroina. E come se non bastasse, uno sconosciuto con strane cicatrici sostiene che il futuro dell’umanità dipende dalla sicurezza di Dani.

A parte un’introduzione piuttosto inaspettata, che non vi svelerò, Dark Fortunes segue uno schema familiare dall’inizio alla fine. Si tratta ancora una volta di una compilation delle prime due parti della serie, ma se in Rise of the Machines questo approccio parlava più dell’indecisione dei creatori, qui si nota una scelta consapevole. Siamo di fronte a una sorta di compilation di greatest hits, che viene giustamente paragonata a The Force Awakens. Anche se un riferimento più pertinente è al franchise stesso – Genesis. Anche questo era destinato a riciclare la ricca eredità pop-culturale di Terminator e a spingere sulla nostalgia. Solo che gli sceneggiatori di Dark Fates, a differenza della troupe dell’immagine precedente, hanno gusto, senso delle proporzioni e mani dritte.

Non sono tanto gli attributi esterni dei film originali a essere presi in prestito, quanto la loro struttura. La trama si basa ancora una volta su un inseguimento. Un male implacabile insegue i protagonisti, ma fino allo scontro finale non hanno modo di fermarlo, ma solo di rallentarlo. La formula stessa, nonostante la sua semplicità, funziona ancora oggi: basti pensare al successo dell’horror indie It Follows. Tutto dipende da quanto è formidabile lo stalker e da quanto lo spettatore riesce a empatizzare con le vittime.
Non c’è problema con la prima: Gabriel Luna di Agents of S.I.T. è dannatamente bravo nel ruolo di REV-9 (a quanto pare, nell’originale deve essere consonante con “revenant”, cioè “il morto resuscitato”). Sì, è un’altra variante del T-1000, che si differenzia solo per il fatto di sapersi dividere.

Ma i creatori hanno colto una caratteristica importante del terminator liquido, che per qualche motivo è stata dimenticata in tutti i sequel: la capacità di mimetismo sociale. Dopotutto, Robert Patrick in “Il giorno del giudizio” interpretava non solo una macchina mortale, ma anche un poliziotto educato modello. Qui c’è anche REV-9, che all’occorrenza sfoggia un sorriso affascinante, che sembra piuttosto inquietante. Allo stesso tempo, Luna è convincente anche come robot assassino, con ogni azione mirata al compito da svolgere. Minimi movimenti inutili – massima efficienza. Se i creatori non avessero voluto aggiungere un cliché cattivo completamente inutile nel finale, l’immagine avrebbe potuto essere definita solida ed efficace.

Il problema principale, come prevedibile, è Dani: Natalia Reyes, ovviamente, è bella e almeno non fastidiosa, ma non è in grado di trascinare il film. Di certo non con questa sceneggiatura. La sua fanciulla è un Macguffin ambulante, ancor più di tutti i Connor. In assenza di un personaggio scritto in modo intelligente, Reyes è lasciato a reagire emotivamente a tutto ciò che accade. Linda Hamilton è stata messa più o meno nella stessa posizione nel primo film, ma lì tutto era tenuto insieme dalla sua chimica con Michael Bean. Qui, però, la giovane attrice è messa in ombra dai suoi colleghi più maturi.

Prendiamo Hamilton, il cui ritorno è forse la cosa migliore accaduta alla franchigia negli ultimi ventotto anni. In effetti, Dark Fortunes si basa interamente su Sarah Connor. È il suo film, la conclusione del suo arco narrativo. Un tempo si presentava al pubblico come una cameriera terrorizzata con un buffo taglio di capelli, poi si è trasformata in una lottatrice modello, e ora è entrata a far parte della schiera degli idoli invecchiati ma intatti della sua infanzia.

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“I sette samurai” di Akira Kurosawa https://www.animavi.org/i-sette-samurai/ Thu, 17 Dec 2020 13:29:00 +0000 https://www.animavi.org/?p=39 L'iconico dramma di Akira Kurosawa racconta la storia del Giappone del XVI secolo. Un piccolo villaggio i cui abitanti vengono derubati dai banditi.

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L’iconico dramma di Akira Kurosawa racconta la storia del Giappone del XVI secolo. Un piccolo villaggio i cui abitanti vengono derubati dai banditi. Raid, razzie di bestiame, furto di cibo, violenza e incutere paura. L’attenzione del regista non si concentra sugli antagonisti, ma sulle conseguenze dopo l’esposizione. Come si proteggono i civili? Come si affronta una minaccia che si ripresenta continuamente? Abbiamo bisogno di protezione, di mercenari, di samurai.

L’accento principale del film, e allo stesso tempo il suo principale svantaggio, è la sua lunga durata. La durata di tre ore e mezza è palpabile, e la lunga azione e la rivelazione dei personaggi principali fanno la parte del leone nella visione. Comprensibilmente, per una maggiore immersione nell’epoca del Medioevo, questo focus d’azione e sarebbe stato molto appropriato, in quanto Kurosawa presta attenzione sia alla cultura e alla vita quotidiana, sia alle difficoltà nel processo di ricerca di protezione. Tuttavia, il film si concentra sui samurai e sulle loro condizioni.

Sembra molto facile e semplice trovare dei difensori (è così nell’era dei blockbuster “supereroistici”), ma il regista si concentra sui tempi, sulle possibilità. Le guerre forti sono molto rare, nessuno vuole lavorare per un’idea, un onore, una dignità, quindi la paga è molto appropriata. Gli abitanti del villaggio, uomini forti e figli coraggiosi, cercano di attirare il samurai in ogni modo possibile. Il film ritrae chiaramente la decadenza e la povertà quando non è nemmeno il denaro che interessa ai mercenari, ma almeno il loro sostentamento.

I samurai sono facili da trovare tra gli abitanti della città: si distinguono per l’uniforme, le spade nel fodero e la ricerca di un lavoro come tale. Ma come si fa a distinguere i buoni guerrieri dai ciarlatani o dai combattenti inesperti? Assegni, modalità di pagamento, ricerca di veri difensori. Trovare sette eroi è ancora metà della battaglia; un’altra cosa è che ogni samurai ha il suo punto di vista sulla protezione, le sue regole. Questa è l’eccezionalità di avere eroi rivelati. I personaggi sono sconosciuti agli spettatori, i lati “oscuri” e “chiari” di ogni samurai, ma i personaggi sono piuttosto interessanti da scoprire.

Samurai nel villaggio. In modo drammatico e un po’ ironico, gli abitanti del villaggio salutano i loro difensori, il che solleva vaghi dubbi sullo scopo dell’apparizione in città degli eleganti guerrieri. Il regista mette la vita quotidiana sulla stessa scala dell’azione, immergendo il pubblico nell’attesa dell’azione. I minuti si trascinano, i samurai vanno d’accordo con gli abitanti del villaggio, aiutano gli abitanti, addestrano i contadini deboli, ma sottolineano un punto importante: sono qui per uno scopo, non sono abitanti del villaggio, non amano questo tipo di acquiescenza.

Sullo sfondo dei preparativi per il combattimento, il film diluisce sia episodi pericolosi (il rapimento di un bambino, ad esempio) che un po’ di romanticismo (un personaggio femminile che si finge ragazzo per la propria sicurezza), mostrando così il particolare samurai in situazioni diverse rispetto alle operazioni di combattimento. Il furto del riso fa temere non per la fame dei contadini, ma per il fatto che ora non ci sarà più nulla per assoldare mercenari, da cui la ridefinizione dei valori.

In termini di struttura tecnica, il film contiene un Interludio a metà della linea temporale, una pausa che ha permesso uno split-screening e un riposo. Questo elemento di visualizzazione cinematografica era spesso prevalente negli anni ’50 e ’60, soprattutto se le sale erano piene di spettatori. La storia di Akira Kurosawa si sarebbe poi riflessa nei film western, sottolineando ancora una volta l’importanza del film nel suo complesso. La storia è quella di un villaggio in cui i banditi fanno irruzione, saccheggiano, raccolgono tutti i beni e se ne vanno, per poi tornare qualche tempo dopo a raccogliere le ricchezze di un popolo indifeso.

Finalmente, dopo due ore di schermo, si verificano gli eventi previsti. In un intervallo così lungo, si ha l’impressione che forse non succederà nulla. Forse i banditi non appariranno più all’orizzonte. Ma l’attesa ne è valsa la pena. Le scene di assedio, la brutalità dei nemici e il rifiuto dei samurai combinano magnificamente dramma e combattimento. La strategia dei samurai e dei sapienti abitanti permette di divertirsi sia con gli abili combattimenti che con le astute tecniche dei propri alleati. La superiorità numerica dei nemici è più che compensata dagli effetti della sorpresa, della difesa e dell’inganno.

Il film non idolatra gli eroi, non mostra i loro errori, i loro vizi e le loro azioni crudeli, ma coniuga pienamente il culto dei samurai, il senso della vita di questi abili combattenti e spara il dramma nel finale. “Sette Samurai” è ricco di splendide inquadrature, immagini ampie e paesaggi simbolici, il che è un grande vantaggio per un film in bianco e nero. È bello, drammatico, ma trascinante. Anche in questo caso la cinematografia non può essere assorbita in una sola volta, e alcuni episodi possono essere eliminati del tutto. Ma questa è la volontà del regista! Il padrone è il signore!

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